ANGELOZZI: “UNITI E COMPATTI, DAL 3 GENNAIO RIPARTE LA CORSA”
FROSINONE – E’ il giorno della conferenza stampa del direttore dell’Area Tecnica del Frosinone, Guido Angelozzi. E’ il giorno del consuntivo del 2022 che si è appena chiuso con i giallazzurri campioni d’Inverno con 39 punti in classifica, 66 punti nell’anno solare. E’ il giorno che serve a tracciare anche una linea di demarcazione tra quello che è stato e quello che dovrà essere. E’ il giorno anche per ribadire che il mercato potrà essere un optional. E’ il giorno che serve anche a mettere i puntini sulle ‘i’ e pure a ‘benedire’ il tecnico, lo staff e i giocatori.
“Ringrazio della vostra presenza, prima di ogni cosa. L’occasione di questo incontro a fine anno – esordisce il direttore Angelozzi nel breve inciso iniziali – mi permette di fissare i punti salienti del 2022: Abbiamo chiuso un girone di andata con 39 punti, la scorsa stagione l’abbiamo chiusa nella prima parte del 2022 con 27 punti per un totale di 66 punti nell’annualità. Sono stati raggiunti tanti obiettivi, abbiamo valorizzato e stiamo valorizzando tanti ragazzi. Da qui deriva la nostra soddisfazione, senza dubbio. E l’intenzione è quella di proseguire nel percorso di questa filosofia societaria. Non vi aspettate grandi colpi sul mercato. Sento dire in giro che serve questo o quel giocatore, ribadisco che continueremo nel solco intrapreso due anni fa quando sono arrivato al Frosinone. Quindi, due concetti basilari: calcio sostenibile e calcio propositivo. I prossimi sei mesi saranno una prosecuzione di questa filosofia di lavoro. Voglio cogliere l’occasione per ringraziare voi della stampa, la tifoseria come sempre importante e presente al nostro fianco e tutti quelli che lavorano nel Frosinone”.
Il Frosinone è la squadra che ha fatto più punti nel 2022, oltre a tanti altri record. Lei 6 mesi fa a fine campionato venne qui e fece ‘mea culpa’ e con grande umiltà disse: a gennaio non ho percepito che potevamo fare i playoff. Oggi Angelozzi sa che questa squadra può andare in A, ci crede? E la puntellerà nel modo giusto? Con gente giusta al posto giusto?
“Mi riallaccio a quello che ho detto prima: io quando mi accorgo che faccio un errore lo dico e cerco di risolverlo, non mi piace nascondermi. Devo avere molto rispetto di questa squadra, al di là dell’obiettivo della serie A. Dobbiamo avere tutti l’umiltà di giocare, come abbiamo fatto, partita per partita e poi fine anno vedremo dove siamo. A questa squadra, al tecnico e allo staff devo dire solamente grazie. Ma lo dico io, come lo dicono il Presidente e tutta la Società. Stanno facendo cose sinceramente, fuori portata. Per questo bisogna avere rispetto verso questi ragazzi. Se ci sarà la possibilità di fare qualcosa non ci tireremo indietro, ma senza stravolgere nulla. In questo momento non vorrei muovere niente. Questo è un gruppo forte: c’è un tecnico che dà degli input e tutti devono rispettare quel tipo di messaggio. L’ultimo esempio lo abbiamo avuto lunedi con l’ingresso tra i titolari di Kalaj. Noi sappiamo che è un ragazzo forte, ma non aveva avuto la possibilità di giocare in un reparto composto da giocatori di grande livello. Il mister lo ha fatto giocare e lui ha disputato una grande partita. E’ stato sfortunato, a fine settembre gli era morto il papà ed è stato giustamente in crisi ma si è ripreso. Posso dire che abbiamo giocatori richiesti da squadre di serie A, il Presidente ha detto che non vuole dare via nessuno. Personalmente li venderei ma è da rispettare il volere del presidente. Qualcosina può essere che la faremo, magari qualcuno mi chiederà di andare a giocare e allora potremmo rimpiazzarlo. Ma dobbiamo farlo con attenzione”.
Apprezzabili le sue parole sul tecnico Grosso. Lei e la Società hanno pensato di rinnovagli il contratto?
“A parte la bravura di Grosso, oggi leggevo che lo considerate come un padre di famiglia. E’ vero, ma non regala niente a nessuno. Quando uno merita non si pone il problema di chi è titolare o chi non lo è. Non penso sia un problema è il fatto che il tecnico sia in scadenza perché c’è un rapporto e un legame forte tra me e lui e tra lui e il presidente Stirpe. I contratti si possono stipulare, magari arriva una squadra più importante del Frosinone e bisogna lasciarlo libero dopo aver aperto una discussione. Io ho esperienza in tal senso. Se uno resta in un posto deve farlo perché ha voglia e ci crede. Quando sarà il momento, ci sarà l’occasione di sedersi a tavolino. Lui sa che abbiamo stima umana e professionale in lui. Io lo conosco da più di 30 anni. L’ho fatto venire qui perché lo reputavo una persona intelligente e un bravo allenatore. Quando sarà il momento di sedersi attorno ad un tavolo, accadrà. Ma senza forzature. Lo scorso anno, quando stavamo andando bene, gli telefonò una squadra di A. Lui mi disse che voleva parlarmi portandomi a conoscenza della cosa, chiedendomi anche cosa dovesse fare. Gli risposi di andare a parlare, lui replicò che non lo reputava giusto in quel momento. Un altro allenatore lo avrebbe fatto. Lo ringraziai del fatto che mi aveva avvisato. A distanza di tempo gli chiesi: ti hanno richiamato? Mi rispose di no. A Grosso piace avere un progetto di squadra, sentire la fiducia e ragazzi che lo seguono. Ieri mi ha chiamato per chiedermi di far sistemare il campo di allenamento, la palestra. Io pensavo sinceramente che mi dovesse chiedere qualche giocatore e invece nella sua testa c’è il lavoro. Se vuole rimanere, saremo tutti felici e contenti. Vale per lui pome per tutti”.
Direttore, non credo che lei non farà nulla sul mercato. Il Frosinone ha un organico in parte composto da prestiti: per tutti questi ragazzi è stata già fatta una valutazione?
“C’è un mese di mercato, può accadere di tutto in quel mese. Quanto alla seconda parte della domanda, come faccio a dire ora che siamo a fine dicembre? A me interessa arrivare all’obiettivo: mettere a posto i conti e ancora non ci siamo. A me interessa che la Società sia in perfetta linea di galleggiamento, per rispetto del presidente Maurizio Stirpe. A fine stagione se un giocatore si può prendere, bene. Altrimenti ne prendiamo un altro. E lo abbiamo dimostrato. A me del prestito fine a se stesso non interessa nulla. A me interessa arrivare ai playoff, vincere il campionato. Questi sono macro-obiettivi da perseguire. Chi non può rimanere per un motivo o per un altro, andrà altrove. Un direttore serio che si rispetti deve sapere cosa succede sul mercato, sui movimenti a livello generale e dettagliato. Lo scorso anno avevamo Charpentier (giocatore rivalutato dal Frosinone, appena 28’ al Parma, ndr), il Genoa ha esercitato il controriscatto e noi siamo andati su Borrelli, Moro, Mulattieri… Noi non ci fermiamo. La sintesi: vogliamo ripetere nel girone di ritorno quanto di buono abbiamo fatto nel girone di andata”.
Cosa è che ha funzionato nello scambio Ciano-Insigne?
“Non ci sono maghi, siamo uomini che lavorano. Ma sempre in buona fede. Noi avevamo Ciano, giocatore importante. In estate aveva chiesto di fare il capitano, voleva la maglia numero 10 e siccome qui le cose importanti dello spogliatoio le decidono la Società e il tecnico, il ragazzo aveva delle resistenze in tal senso. E chiese di andare sul mercato. Per noi era un giocatore che poteva stare fuori, sarebbe rimasto in quella posizione tutto l’anno. C’erano delle Società che lo avevano cercato attraverso scambi, poi venne fuori il Benevento dove Insigne non era più a suo agio tatticamente e allora accettammo di fare lo scambio. Conoscevo Insigne, aveva vinto già dei campionati ed era funzionale al Frosinone. Ciano ha più anni di Insigne, aveva un contratto differente e così abbiamo messo noi qualcosa a conguaglio dell’operazione di scambio. Eravamo convinti che avrebbe fatto bene. Lui all’inizio non ha visto mai il campo, il mister lo ha rimesso in condizione ed ecco l’Insigne di oggi”.
L’altro giocatore è Boloca, per il quale sei come un padre: lui prima è stato convocato dalla nazionale rumena e poi da quella azzurra. Nel momento in cui il ragazzo dovrà decidere, cosa accadrà?
“I rumeni sono stati bravi, sono stati qui ad inizio stagione una settimana a vedere gli allenamenti. Lo hanno convocato. Poi il ct Mancini ha voluto conoscerlo, come ha convocato anche Caso, Turati, Moro e Mulattieri, il ragazzo ha fatto bene ed ora la decisione sarà la sua. Lui si sente italiano, è nato in Italia. Non so cosa deciderà. E’ più facile per lui giocare con la Romania che con l’Italia dove troverebbe meno spazio ma lui si sente italiano. Il giocatore più richiesto non è Boloca ma Oyono. Proprio stamane ci è arrivata una mail da un club francese, ci hanno chiesto la quotazione. Il Presidente ha risposto: non esiste proprio l’affare. Personalmente Oyono è un motivo d’orgoglio, lo scorso anno lo prendemmo in C in Francia. Ad 1 anno di distanza, con il ragazzo che ha giocato anche poco, stamattina mi ha chiamato Doronzo (Direttore Organizzativo, ndr) mettendomi al corrente dell’arrivo di questa mail. Ho chiamato il Presidente che ci ha risposto come ho già detto”.
Oggi la Società sarebbe pronta ad affrontare la serie A?
“Intanto bisogna arrivarci. Io ho sempre una paura matta perché inizia un altro campionato. Noi dobbiamo restare con i piedi per terra. Se dovesse succedere le cose si affronteranno. Il problema è fare la squadra ma ora pensiamo a ripartire il 14 gennaio col Modena ed affrontare le prossime 19 partite con lo spirito giusto. La Società era e sta diventando più forte. Fino quando ci sarà Stirpe, sarete in buone mani”.
Ci conferma interesse per Marrone e Valoti del Monza?
“Sono cose che scrivono i giornali. Marrone è un difensore centrale, noi abbiamo i migliori nel ruolo. Il capitano Lucioni è un leader vero. Valoti buon giocatore ma non fa per noi”.
Quali sono le immagini che porta con sé del 2022? Ci ha detto della telefonata di Grosso, ci dice di quella del Presidente?
“Il Presidente lo sento tutte le sere. Lui è un tifoso, si informa sul mercato ma ci lascia sempre lavorare. Sappiamo quello che vuole e cerchiamo di accontentarlo. Quanto alle immagini, nell’ultima partita sono rimasto impressionato dal calore dei tifosi e dalla prestazione in campo. Guardandomi alle spalle, ripenso alla prima partita col Modena e mi dissi: abbiamo iniziato bene. In mezzo, una bella cavalcata. Però adesso ci dobbiamo dimenticare la cavalcata, si riparte da zero”.
Si aspettava la crescita di Boloca? E una battuta su Moro?
“Boloca per me è un giocatore di livello superiore. Io ero allo Spezia, prima della pandemia viene un collaboratore, Nicola Mingazzini, e mi dice: ho visto un giocatore fortissimo, si chiama Boloca. Dopo due giorni mi chiama un procuratore, Paolillo, e mi dice: ho un giocatore forte, si chiama Boloca. E allora ho iniziato ad osservare i filmati del ragazzo. Quello che lui adesso fa in B, lo faceva allora tra i Dilettanti. Mi dissi, forzando il mio pensiero: questi filmati sono fasulli, ma è possibile? Mingazzini venne da me il lunedi: dobbiamo prenderlo. E’ forte. A quel punto Paolillo mi chiamò: il Crotone lo vuole a fine stagione. Gli chiesi si tenerlo fermo che lo avrei preso allo Spezia. Scoppiò la pandemia, la serie D si fermò. E così dissi all’agente di farlo venire ad allenarsi con noi. A fine allenamento tutti giocatori vennnero a chiedermi: ma dove lo ha preso questo ragazzo? Detto e fatto, lo abbiamo tesserato. Nella mia testa a fine stagione c’era la cessione di Maggiore per lanciare Boloca. Poi sono andato via dallo Spezia, nel frattempo la Società ligure nemmeno lo aveva convocato ma lo avevano lasciato libero a casa. Al mio arrivo al Frosinone lo feci venire e dissi subìto a chi mostrò qualche resistenza per il fatto che arrivava dalla serie D: non vi preoccupate. Quando arrivò Grosso mi disse: questo qui può giocare ad alto livello. E lo sta dimostrando. Per me può giocare anche nella squadra più forte in Italia. Moro? E’ un periodo in cui fa fatica. Ma è una fase di crescita che capita a tutti. Sono convinto che nel girone di ritorno ci sarà belle soddisfazioni”.
Prima parlava di qualche giocatore che voleva partire…
“No, assolutamente. Io non manderei via nessuno. Ad oggi nessuno mi ha chiesto nulla”.
La situazione Kujabi?
“Tutti i documenti sono fermi a Roma, decideranno quando dargli la nazionalità”.
Una considerazione sulla Primavera? In quell’organico potrebbero esserci delle soluzioni in funzione della prima squadra? Cosa ne pensa dello 0 alla casella rigori? C’è una sudditanza psicologica verso i grandi Club a suo parere?
“Sulla Primavera sono d’accordo per la stagione che stanno disputando. Anzi, loro fanno il massimo campionato e noi la serie B. Loro fanno il campionato nel quale ci sono tutte le corazzate delle squadre Primavera. Bravo Gorgone e bravo Frara che stanno portando avanti un percorso importante. Ma noi stiamo portando avanti anche altri percorsi: il settore giovanile, il calcio femminile. Sotto l’aspetto calcistico dobbiamo però fare di più, bisogna migliorare anche sotto l’aspetto delle infrastrutture sul quale il Presidente sta lavorando. Ma non ci dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti e quello che stiamo cercando di fare con una persona appassionata come il presidente Stirpe e non con i Fondi che non sai da dove vengono e da chi sono composti. Quanto alla presunta sudditanza, non ci credo. Lo ripeto alla squadra, c’è buonafede da parte degli arbitri. Non vanno cercati gli alibi. Si può sbagliare ma adesso c’è il Var e gli errori sono minimi. E posso aggiungere che quello di Genova non era rigore. Lunedi sera a Frosinone c’era tutto lo stato maggiore del settore arbitrale, il quarto Uomo era uno dei migliori arbitri. Il Frosinone è una piccola Società, sempre stimata a livello di Lega e Federazione”.
Direttore, le nomino quattro acquisti. Due sono arrivati, Oyono e Caso e due debbono arrivare, Kone e Lucioni? Quando arriveranno?
“Alla ripresa sono pronti. Kone è già al 100%, alla visita a Torino li hanno detto che è pronto. Anche Lucioni sta migliorando. Mazzitelli il giorno della partita ha chiesto al mister di sentirsi pronto anche lui. Ma c’è un organico ampio da poter sfruttare”.
Direttore, quanto costa Boloca?
“Il valore lo fa il mercato. Quando portai Gatti, il Presidente mi chiese chi fosse. Gli risposi che giocava in serie C e che a fine stagione ne avremmo ricavato dai 3 ai 3.5 milioni per le quotazioni dell’epoca in serie B. Poi sono cambiate certe situazioni, sono arrivate diverse squadre a cercarlo e la quotazione è salita. L’estate scorsa una squadra tedesca era arrivata ad offrire 3 milioni ma abbiamo detto di no. Comunque per me il giocatore vale tanto…”
C’è qualcosa che non le è piaciuto di questo girone d’andata?
“Assolutamente no. Anzi, non mi aspettavo un girone d’andata così bello. A loro dico: siete davvero dei bravi ragazzi. Ai quali in estate dissi: questa squadra è più forte della precedente. Ci sono leader come Lucioni e Sampirisi, poi c’è un ottimo coagulo. E uno staff eccellente. Ora, dal 3 gennaio andiamo a vedere cosa saremo capaci di fare. Ma se quest’anno facciamo nel ritorno 30-33 punti ci potrà essere il miracolo. Pensiamo però partita per partita. Tutte si rinforzeranno ma per arrivare a 72 punti dovranno viaggiare alla media di 2 punti a partita. Dobbiamo restare uniti e compatti e ce la possiamo giocare con chiunque”.
Per il miracolo, il Direttore l’ha già detto ma forse per scaramanzia non lo ripete.
Ufficio Stampa Frosinone Calcio