BENVENUTO KUJABI

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Le favole sono tutte e lieto fine, in quanto favole. I drammi che assumono le sembianze di favole invece sono rari. Uno di questi riguarda proprio la storia del neo giallazzurro Kalifa Kujabi, nato nel Gambia ad Abuko Sanchaba il 3 maggio del 2000 e che il 29 marzo scorso ha ottenuto la nazionalità italiana che gli permette di diventare a tutti gli effetti calciatore del Frosinone. L’ultimo atto burocratico, prima della firma sul contratto che legherà il ragazzo al Frosinone, c’è stato nell’Ufficio del Sindaco del Capoluogo, Riccardo Mastrangeli che, in qualità di Ufficiale dello Stato Civile del Comune, ha ricevuto il giuramento del giocatore.

Grande la soddisfazione da parte del Club giallazzurro. Il presidente Maurizio Stirpe e il direttore Guido Angelozzi hanno creduto nelle qualità del ragazzo sin dal primo giorno del suo arrivo. E poi hanno creduto fermamente nella possibilità di superare tutti i percorsi burocratici atti ad arrivare all’ottenimento della nazionalità italiana.

Dalla sofferenza dei famigerati centri di detenzione in Libia (“ho visto gente morire di stenti, in condizioni disumane. Chi si ribella ai libici non è più una persona, viene distrutto per le condizioni di vita durissime. Ho sofferto tanto ma sono stato fortunato, non mi è successo niente…” dichiarò Kujabi appena sbarcato in Italia, a 17 anni, in un centro di accoglienza a Palermo), alle soglie del grande calcio. A quella serie B con la maglia del Frosinone che ha accarezzato per nove mesi. E’ la storia commovente di questo ragazzo gambiano, centrocampista, un neo acquisto nel gruppo di mister Grosso per il gran finale di stagione.

Il direttore dell’Area Tecnica, Angelozzi, in estate aveva piazzato il colpo con decisione, sorpassando le velleità di altri club come Empoli, Cagliari e Torino. Il giocatore era arrivato dalla Torres dove aveva giocato nell’ultima stagione di serie D, nel girone G. Prima della stagione con la formazione di Sassari (30 presenze in campionato e nei playoff con 4 gol totali), si era messo in mostra sempre in Sardegna con il Muravera (Eccellenza e serie D, due stagioni con 33 presenze complessive). Fu proprio il Muravera a fargli fare un provino mentre era a Palermo e giocava con il Calcio Sicilia e ad ingaggiarlo, offrendogli anche un alloggio.

Sotto il profilo più strettamente tecnico Kujabi – che per la cronaca parla un ottimo italiano, è sposato con una ragazza sarda e padre di una bimba – è il classico mastino ambidestro che in mezzo al campo sa abbinare perfettamente le due fasi: bravo in quella di interdizione da classico ‘recupera-palloni’ ed altrettanto bravo nel far sentire la sua fisicità (è alto 185 cm) nella fase offensiva, quindi nella metà campo avversaria.

Gli addetti ai lavori hanno più volte sottolineato che un ragazzo di quella intelligenza tattica e struttura fisico fosse un lusso per la serie D. Nonostante la giovane età, nelle stagioni disputate in serie D ha denotato anche un’altra qualità fondamentale nell’affermazione di un calciatore: la tenuta mentale, la capacità di essere il fulcro della squadra.

Ora, dopo aver superato tante prove drammatiche e 9 mesi caratterizzati da soli allenamenti, Kujabi abbraccia il Frosinone e attende con trepidazione una nuova vita calcistica.

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

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