LA ‘PRIMA’ DI GROSSO: “MI PIACE UN FROSINONE CON ENERGIA, ENTUSIASMO E CORAGGIO”

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FROSINONE – La figura è quella che abbiamo imparato a conoscere da calciatore. I successi, i trionfi, le gioie, le soddisfazioni e che più ne ha più ne metta li tiene ben custoditi. Non li mostra sul petto come fanno i generali con le stellette. L’aria di bravissimo ragazzo anche se lui per tutti noi, oltre le gioie che potrà prendersi da allenatore e magari già con il Frosinone, sarà sempre quel numero 3 che quella notte magica di 17 anni fa si avvicinava al dischetto di rigore più importante nella carriera di un calciatore. Fabio Grosso è là davanti a taccuini, microfono e telecamere. E’ il primo impatto ufficiale da neo allenatore del Frosinone.

Benvenuto mister. Cosa l’ha spinta ad accettare la proposta del Frosinone?

“Sono contentissimo e per questo ringrazio Presidente e Direttore. Il Frosinone è una piazza importante, una Società seria. E ha tantissime caratteristiche che ho sempre desiderato di trovare in un Club in cui sono andato ad allenare. Mi auguro di fare un bel lavoro insieme a tutto il resto della squadra”.

La sua voglia di riscatto dopo la parentesi al Sion potrebbe diventare un’arma in più per risollevare le sorti del Frosinone?

“Non ho voglia di rivalse, so benissimo in che mondo sono entrato. Mi piace da morire questo lavoro e conosco benissimo le dinamiche. Colgo l’occasione per mandare un saluto ad Alessandro (Nesta, ndr), siamo amici. Per quanto mi riguarda sono felice di stare qui, ci metto la passione in quello che faccio. Conosco i miei difetti ed i miei pregi e sono convinto di poter affrontare un finale di stagione e completarlo in maniera positiva. Ritrovando quelle caratteristiche che sono determinanti per ottenere dei risultati”.

E’ arrivato al Frosinone con un anno e mezzo di ritardo. Cosa si aspetta da questo finale di stagione?

“Avevo fatto una chiacchierata col presidente Maurizio Stirpe due stagioni fa. Mi piacque molto, mi era rimasto il tarlo nella testa. Questa, come ho detto, è una Società seria, un bellissimo ambiente, una tifoseria passionale. Ci sono tante caratteristiche per fare bene. Mi anima il lavoro, mi piace avere tempo per poter lavorare. Ma mi rendo conto che tutto bisogna conquistarselo sul campo, anche il tempo. Mi auguro di trovare energie per far esprimere le qualità che sono convinto questo gruppo abbia. Il tutto finalizzato ai risultati”.

Il suo predecessore ha giocato con il 3-5-2, lei cambierà modulo? Passerà al 4-3-3? E, poi, ha visto giocare il Frosinone e pensa di poter ancora farcela per i playoff?

“Ho appena detto che sono arrivato in una squadra con grandi potenzialità. Questa è una formazione che ha incontrato qualche difficoltà, dobbiamo essere bravi a venirne fuori. Nella vita e nello sport non si può pensare di fare delle camminate senza incontrare difficoltà. Questo è un gruppo formato da ragazzi in gamba che proviene da qualche problema, altrimenti non sarei qui adesso, e che deve essere bravo a tirare fuori le cose buone e una reazione positiva, condividendo gli obiettivi. Che non sono a lunga scadenza ma sono nell’immediato. E poi tra qualche partita capiremo meglio dando un’occhiata alla classifica così si potrà fare in questo rush finale”.

Per Allegri il bravo allenatore e quello che riesce a far giocare ognuno al posto giusto adattando quindi il modulo agli uomini. Questo Frosinone ha dimostrato di potersela giocare con tutti schierandosi con il 3-5-2 e quando è partito con la difesa a 4 ha preso imbarcate tipo Empoli o secondo tempo con il Lecce. E allora lei pensa di andare sul sicuro con la difesa a 3 o di rischiare passando a 4?

“Non credo tanto ai numeri. Mi piace, come ho detto ai ragazzi ieri al primo allenamento, non stravolgere le situazioni. Rispetto il lavoro che è stato fatto. Conosco Alessandro e i ragazzi che hanno lavorato con lui, ci siamo affrontanti altre volte nel passato e ho sempre rispettato molto la sua modalità. Quello che ho detto ai ragazzi è che mi piace conoscerli meglio e capire le loro potenzialità e come sono capaci di esprimerle. Come ha detto prima il Direttore, non esiste la ricetta per fare risultato altrimenti la useremmo tutti. Al di là del modulo, quindi sarà importante la condivisione dei sacrifici, diventare squadra. Essere un gruppo di giocatori forti non basta perché è importante essere un gruppo di giocatori che fa bene le cose insieme e questo sarà lo step successivo. Mi auguro di poterlo raggiungere quanto prima”.

La sua carriera di allenatore è cominciata non benissimo. Ritiene che Frosinone può essere la piazza giusta per dimostrare che oltre a essere stato un bravo giocatore può essere anche un buon tecnico.

“Non vengo l’obiettivo per dimostrare qualcosa di me. Vengo per entrare in un groppo di giocatori bravi e cercare con loro di ottenere dei risultati. Abbiamo una grande responsabilità, rappresentare una Società seria che negli ultimi anni ha ottenuto risultati importanti. Io sento la responsabilità, mi piacerebbe la sentissero allo stesso modo anche i ragazzi, di rappresentare un qualcosa di importante. Io ieri ho fatto una camminata all’interno del mondo-Frosinone, partendo dallo stadio: merce rara nel nostro Paese. Ho conosciuto ancora meglio il Presidente ma non devo tessere le lodi di una persona che voi conoscete meglio di me. Per cui, ribadisco, sento questa responsabilità. E con i ragazzi dobbiamo fare bene insieme tutte le cose che affronteremo. Spesso ci si sofferma sul dettaglio finale del risultato, a me invece piace ricordare quello che in questi anni, sia del lavoro che facevo prima che quello di allenatore, tutto si costruisce ogni giorno, quotidianamente. Il risultato finale determina i giudizi, come è giusto che sia, però io ho sempre avuto sempre la lucidità di analizzare i miei percorsi e riconoscere i miei errori e cercare di migliorarmi. So benissimo che sono andato alla ricerca di sfide non facili però a me piace mettermi in discussione. Non ho paura del risultato finale perché conosco il percorso nei vari ambienti in cui sono stato”.

Vi siete sentiti con Nesta? Gli ha dato dei consigli su come poter iniziare al meglio la sua nuova avventura?

“No l’ho ancora chiamato ma credo che lo farò presto. Approfitto ancora una volta per salutarlo e lo farò personalmente. Lo stimo come ragazzo e allenatore. Mi dispiace per lui sia finita, ma questo è il nostro ambiente. Allo stesso tempo sono qui per fare insieme ai ragazzi un finale di stagione degno di questa Società”.

Le chiedo tre aggettivi per descrivere Fabio Grosso allenatore?

“Più che altro mi piace dire ai ragazzi che non sempre metto tante regole perché vorrebbe dire che ci sono pochi valori, ma quelle poche mi piace farle rispettare. Sono passionale, ci metto energia in quello che faccio. Sono abbastanza ligio al dovere. Come ho detto anche all’inizio, mi piace capire dove ho fatto errori per migliorare. Penso di avere nella testa idee abbastanza chiare ma non ho la presunzione di voler stravolgere nulla. Ho la voglia di entrare in un gruppo che penso abbia delle qualità da dimostrare”.

Ha avuto modo di veder giocare il Frosinone quest’anno è che idea e che idea si è fatto dei giocatori?

“Nelle difficoltà di questo momento e in un campionato difficile come questa serie B nella quale devi stare sempre al massimo, dobbiamo anche dire – come ha affermato mister Allegri – che oggi le partite sono piene di tante partite. Quindi deve esserci sempre la bravura di restarci dentro, di non lasciarle mai perché le puoi sempre cambiare considerando che non si riescono a giocare tutti e 90’ sempre allo stesso modo e con la medesima intensità. Ho avuto modo di vedere il Frosinone e ribadisco: penso che ci siano delle qualità”.

Secondo lei su quale aspetto si dovrà lavorare maggiormente per invertire la rotta? E ancora: il Presidente ha lamentato la scarsa personalità dei giocatori. Quali corde dovrà toccare per risollevare il gruppo?

“A me piace con i ragazzi lavorare tanto in campo. Mi piace che la squadra abbia energia, coraggio ed entusiasmo. Sono quelle combinazioni che determinano i risultati e poi le stagioni. La bravura di mettersi in discussione, sempre. Di assumersi le proprie responsabilità. Di saper andare a ‘grattare’ all’interno. Questo è un organico che ha ancora i motori nel vivo delle carriere. Ognuno deve sapersi mettere in discussione, deve cercare le motivazioni giuste, deve dare tutto. Io impiego tanto tempo della giornata per capire come si fanno bene le cose. Alla fine dell’anno non vincono tutti ma si può uscire anche a testa alta se hai la consapevolezza di aver messo tutto in campo”.

Che messaggio rivolge ai tifosi del Frosinone?

“Non mi piace fare appelli. Mi piace lavorare in campo. In questo momento posso dire di stare vicino al gruppo che ha qualità morali e tecniche importanti che non è riuscito secondo me ad esprimere appieno e che va sostenuto e incoraggiato. Ma noi dobbiamo meritare il sostegno e l’incoraggiamento, avere quindi la bravura di uscire sempre dal campo a testa alta. E rappresentare al meglio una tifoseria passionale”.

Giovanni Lanzi

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