A BOTTA CALDA CON LUCIONI, BORRELLI E TURATI
FROSINONE – In sala stampa sono arrivati tre protagonisti della splendida cavalcata: Lucioni, Turati e Borrelli.
Lucioni, cosa si sente di dire al popolo giallazzurro?
“Il primo giorno qui a Frosinone, parlando con il direttore Angelozzi mi disse: io voglio fare le cose fatte bene. Gli risposi: Io vengo se vinciamo, te lo dico subito. E lui: e vabbè, vediamo dai… Poi col passare del tempo, quando sei in ritiro hai delle percezioni. Siamo stati a Fiuggi un mese tutti insieme e in quel contesto uno si rende conto dei valori che ognuno mette in campo e soprattutto all’interno dello spogliatoio. Io credo che questo sia stato un gruppo che sin dall’inizio abbia sposato la causa della dedizone al lavoro. Non si è tirato mai indietro di fronte alle fatiche quotidiane ma anche e soprattutto al divertirsi in campo. Abbiamo iniziato il campionato con non molti tifosi, io dati li avete voi. A questi ragazzi dissi: non vi preoccupate perché li riporteremo allo stadio. E questo di oggi credo sia stato il coronamento di un’annata anche speciale. Perché partire dietro squadre dal blasone come il Genoa, il Cagliari e il Parma ma ci metto anche il Benevento anche se poi per loro è andata come è andata, credo che sia stato anche uno stimolo. Queste realtà hanno avuto la possibilità di spendere tanto. Oggi per fare un esempio dall’altra parte c’erano giocatori che fino a pochi mesi fa erano in serie A. Quindi vuol dire che è stato fatto un lavoro straordinario da tutte le componenti. A partire dalla Società che ha creduto in questo gruppo, a partire da un allenatore al quale è stata data la forza giusta dopo che lo scorso anno non erano stati raggiunti i playoff e sembrava fosse un fallimento. Ripartire con quella convinzione di poter dire la nostra è stato importante. E poi questo gruppo di lavoro che non è mai limitato. Un grande ringraziamento lo faccio alla squadra, in alcuni momenti della stagione sono stato anche pesante perché ti senti qualche responsabilità e da veterano avevo obbligo e facoltà di stimolarli. A 36 anni mi fanno sentire un ragazzino, debbo dire grazie perché quando tiravo loro le orecchie hanno capito il motivo ma soprattutto li ringrazio per essersi messi a disposizione anche nei giorni di riposo. Per una squadra, una maglia e una città intera”.
Borrelli, i tuoi sono stati gol importanti, decisivi. Raccontaci le tue emozioni e la tua stagione.
“Il mio ringraziamento va alla squadra che mi ha sempre messo in condizioni di fare bene. E’ stata una stagione particolare nella quale all’inizio ho giocato poco, poi però il mister mi ha dato più fiducia e spero di averla ripagata nel migliore dei modi”.
Adesso si guarda avanti, cosa vedi? Magari la gioia di poter calcare un campo di serie A…
“A me piacerebbe restare qui. Però sono scelte che vanno fatte insieme”.
Quanto è stato bello potersi godere la festa?
“Un’emozione bellissima che non avevo mai provato prima. Spero mi capiti altre volte nella carriera. Felice di averla condivisa con un gruppo di amici prima che di colleghi di lavoro”.
Ci racconti l’emozione del gol alla Reggina e quello di oggi con due aggettivi?
“Emozionanti e belli”.
Turati, dicci qualcosa tu…
“Difficile da analizzare a botta calda, anche da comprendere. E’ stata una stagione assurda, sono sincero: ogni giorno è stata una festa. Abbiamo stravinto il campionato e sono troppo felice”.
I tifosi vorrebbero che tu restassi qui…
“Ne sto parlando col mio procuratore. Vedremo, lui si vedrà col Sassuolo e poi decideranno. Io qui mi sono trovato molto bene ma è chiaro che il Sassuolo dovrà vedere bene (il dg Carnevali del Sassuolo lo ha indicato in serata come il portiere del futuro della squadra emiliana, ndr)”.
Hai realizzato che abbiamo vinto il campionato?
“No, ancora no. Cercavo i miei amici in curva, alla fine. Dopo 20’ li ho trovati e da lì ho iniziato a realizzare. Sono troppo felice per tutto. E’ difficile trovare amici in questo mondo ma qui a Frosinone li ho trovati e credo che ci sentiremo per il resto della vita”.
C’è stato un momento in cui hai detto: ce la possiamo fare, dipende solo da noi?
“A Bari, quando abbiamo pareggiato. Perché in Italia funziona che sei a +9 e pensi di essere a +1. Ai miei amici dicevo: siamo a +12. Stasera cosa faccio? Non torno a casa. Quando tornerò a casa prenderò la mia chitarra…”.
Ufficio Stampa Frosinone Calcio