LA CONFERENZA DEL DIRETTORE ANGELOZZI

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FROSINONE – E’ il giorno della conferenza stampa del direttore dell’Area Tecnica del Frosinone, Guido Angelozzi. Secondo uno schema ampiamente annunciato e consolidato, il dirigente aveva parlato all’apertura della sessione invernale del mercato, tracciando quelle che sarebbero state le linee strategiche seguite il Club giallazzurro e dando appuntamento a bocce ferme, alla chiusura della ‘contesa’. Il risultato del mese di trattative e ma di almeno altri 4 mesi di lavoro underground, è sotto gli occhi: 13 operazioni in uscita, 5 in entrata che hanno seguito pedissequamente la filosofia-giovani intrapresa dal Club e – ciliegiona sulla torta – il colpaccio della cessione del difensore Gatti alla Juventus, col ragazzo che resta a dare sostanza allo schieramento di mister Grosso fino a giugno e che porta sostanza al bilancio della società.

Il dirigente apre con parole di ringraziamento, prima di sottoporsi al fuoco di circa 38’ di domande da parte dei cronisti presenti nella sala conferenze del ‘Benito Stirpe’.

“Volevo ringraziare in primo luogo della vostra attenzione con la presenza – ha esordito Angelozzi -, durante il mercato a me piace parlare poco o addirittura per nulla perché non mi piace dire fesserie. Sopportatemi, vi ringrazio ancora. E voglio al contempo ringraziare i miei collaboratori, Piero D’Oronzo, il nostro Direttore Organizzativo, il segretario Pierluigi D’Agostini e tutti i ragazzi che sono nella struttura del Frosinone. E’ stato un mese duro, l’ultima settimana durissima ma ne siamo venuti a capo con il loro aiuto”.

Secondo lei tenendo Gatti a livello di percentuale quanto ci ha guadagnato il Frosinone nella lotta per andare in serie A?

“Non parlerei di lotta per la serie A, noi dobbiamo restare umili. Muniti della giusta concentrazione in queste 18 partite che abbiamo davanti, la stessa umiltà che abbiamo avuto fino ad oggi. Quanto a Gatti voglio aggiungere un particolare: per portare a termine questa operazione, con il ragazzo che è rimasto da noi fino a giugno, abbiamo perso tanti soldi. Il presidente Stirpe ha preteso che rimanesse. Io personalmente lo avrei ceduto ma lavoro in un Club nella quale debbo dare molto conto al Presidente che ha voluto appunto la condizione che ce lo lasciassero. Non è stato facile. Però siamo contenti perché in primo luogo è contento il nostro Presidente. E poi lo sono i nostri tifosi. Perché siamo partiti in un certo modo e dobbiamo arrivare alla fine della stagione con la migliore impalcatura dell’organico. Ho detto a Gatti, nel discorso fatto ieri alla squadra, che lui se si è messo in evidenza fino a conquistare questa cessione eccellente deve ringraziare in primo luogo l’allenatore e quindi anche la squadra. Lui è stato bravo, aveva anche altre opportunità a livello economico ma ha detto in maniera netta sincera: ho iniziato nel Frosinone e se c’era la possibilità sarebbe rimasto molto volentieri per impegnarsi al massimo per dare tutto. Son so rispondere alla sua domanda, su quanto ci ha guadagnato in percentuale il Frosinone nella lotta per la serie A. La nostra lotta è quella di stare dalla parte sinistra della classifica, lavorare e poi alla fine tireremo le somme e vedremo dove siamo arrivati”.

Il fatto di non aver preso un vice Ricci è stato dovuto alla difficoltà di reperirlo sul mercato? O al fatto che mancano 17 partite e quando manca Ricci gioca Boloca in quel ruolo?

“Il fatto di non aver trovato un vice Ricci? Ne potevamo trovare quanti se ne volevano grazie al lavoro dei nostri collaboratori. Mi spiego meglio. Maiello è stato l’unico ad essere riconfermato da noi, ad avere il rinnovo del contratto, ma è venuto a dirmi che aveva una opportunità di andare a Bari dove gli avevano fatto una proposta legata anche alla promozione in serie B. Per me i giocatori che vogliono andare via, che hanno occasioni migliori, possono farlo. Tutti sono utili e nessuno è indispensabile. In casa abbiamo un giocatore straordinario, un certo Daniel Boloca che sa fare tutto: la mezzala, il metodista, sa giocare a due. E allora sarebbe stato inutile portare un altro giocatore in quel ruolo specifico e comunque tutto ciò lo abbiamo concertato con il mister. Abbiamo preso invece Bozic, una mezzala. Io dissi, nella conferenza stampa all’avvio del mercato, che dovevano arrivare 2 difensori e sono arrivati subito. Poi, se andava via qualcuno, lo avremmo rimpiazzato. Abbiamo sostituito Maiello con Bozic. Gori non faceva parte dei centrocampisti perché eravamo in tanti. In più recuperiamo al 100% Rohden. Quindi se manca Ricci il sostituto è Boloca. Ci serviva più un giocatore come Bozic, se ci fa vedere quello che abbiamo visto in lui nel periodo che lo abbiamo seguito. Ci serviva più una mezzala ‘box to box’. E siamo confidenti nel ritorno appieno di Rohden”.

Direttore, c’è il dovere di farle il più vivo apprezzamento per l’attività che svolge nel Frosinone e per i risultati ottenuti. Insieme al presidente Stirpe, impegnato su più fronti. La domanda: la parte dell’accordo con la Juve, quella del trasferimento di Gatti, è il motivo principale del buon esito della trattativa stessa o ci sono state altre valutazioni che l’hanno facilitata?

“Io ringrazio voi a nome della Società. Ma sottolineo ancora che tutto questo si è reso possibile grazie a collaboratori bravi. Perché io non sono Batman, sono il Responsabile dell’Area Tecnica non posso stare ovunque. Ho loro che lavorano più di me. E il ringraziamento va al Presidente che tutte le sere chiama per conoscere la situazione, tra le 23.30 e la mezzanotte mentre io sto già per dormire. Noi prima di tutto dobbiamo soddisfare lui, è un ciociaro al mille per mille. E speriamo di non deludere nessuno. Gatti è stata una storia bellissima, che spero continui. Questo ragazzo è venuto al Frosinone con umiltà, scoperto da noi perché nessuno lo conosceva. Si è guadagnato spazio grazie a Fabio Grosso e alla squadra. Nell’ultimo periodo c’erano tante squadre su di lui, anche straniere. Domenica scorsa è arrivata anche una mail da parte di un club tedesco importante che chiedeva condizioni e informazioni. Ci siamo ritrovati in un cerchio difficile. Anche perché per il presidente Stirpe il ragazzo non si sarebbe dovuto muovere da Frosinone. Avevo 3 trattative contemporaneamente, in piedi. Tra queste la Juve, tutte squadre importantissime. Alla fine tentennavo a chiudere. Il presidente premeva, il procuratore anche. Alla fine c’è stata la Juve che è intervenuta con decisione. A quel punto ho detto: ve bene, importante che il ragazzo rimanga qui. Perché c’era un Club che ci dava molti più soldi e lo avrebbe preso subito. La nostra Società ha fatto anche un altro sacrificio. Ma abbiamo fatto contenti tutti. Il ragazzo ha accettato tutto anche se avrebbe guadagnato subito e di più”.

Voi avevate compito di piazzare gli esuberi. Offerte per D’Elia e Tabanelli ci sono state?

“Questo è il lato dolente, che mi dispiace di questa sessione di mercato. Tabanelli ha rifiutato 4 squadre di Lega Pro e D’Elia ne ha rifiutata una importante. Cercavano contratti biennali, triennali. Da noi si allenano ma non fanno parte della rosa della prima squadra. Quando prendo una decisione non la cambio mai. Una decisione della Società, non so come eravate abituati in precedenza. Noi facciamo i programmi ad inizio stagione e il programma era che non facevano parte della squadra. Da quest’estate si doveva fare un cambiamento radicale, in vita io non ho mai fatto tante operazioni quante ne abbiamo fatte qui a Frosinone dall’estate scorsa. C’era un percorso bellissimo da chiudere, ci mettevamo alle spalle 10 anni al massimo, con 2 promozioni in serie A. Ma c’è il cambiamento, come sempre avviene. Magari qualcuno ci resta male ma abbiamo intrapreso la strada e si va avanti. Loro potevano andare a giocare, ha deciso di non farlo. La loro scelta si rispetta ma non faranno parte della lista che presenteremo in Lega. L’unico che faceva parte di questa lista in estate era Iemmello, per il quale poi ci sono state altre situazioni venutesi a creare la scorsa estate”.

Il discorso Gatti: il Torino sembrava lì lì: a Chieri il ragazzo a pranzo era del Toro, a cena era della Juve. Dopo questa situazione quanti amici abbiamo in meno?

“Non c’era solo il Torino sul ragazzo. A me è capitato anche di prendere un giocatore, poi è andato ad un’altra squadra. Per definire una cessione si debbono comporre tre situazioni sennò non è mai fatto nulla: servono la firma della Società che vende, quella che acquista e quella del giocatore. Vi racconto un fatto accaduto: ho venduto un giocatore al Napoli dal Sassuolo, venne il procuratore che aveva la firma e disse che doveva andare all’Atletico Madrid. Ho resistito 4 giorni ma un affare da 20 milioni non poteva restare fermo e lo abbiamo dato all’Atletico. Lì per lì ci restai male ma è il nostro lavoro. La Juve è stata più lungimirante, sapeva le condizioni nostre”.

Questo mercato, analizzato dal suo punto di osservazione, che mercato è stato?

“E’ stato un mercato che non mi aspettavo di svolgesse così, soprattutto negli ultimi giorni. Se leggevate le cronache prima dell’avvio, tutte erano in difficoltà. Perché in quel caso o interviene la Proprietà o non si fanno movimenti. La Juve ha aperto un varco con l’operazione Vlahovic e da lì in poi ci sono stati passaggi a caduta. Non se lo aspettava nessuno che prendessero Vlahovic e Gatti (e Zakaria, ndr). Sono stati lungimiranti, hanno detto che Gatti nel panorama europeo era considerato uno dei difensori più forti dopo i big. Ma anche in B ci sono stati movimenti importanti. Nessuno se lo aspettava poi però i presidenti vogliono vincere tutti e le operazioni si fanno”.

I nuovi arrivati, su quali nuovi lei punta più di tutti?

“Noi pensiamo di aver preso 4 ragazzi interessanti. Uno, Barisic (2001), lo avete già visto. Si deve ambientare. Noi abbiamo dei ragazzi qui che hanno ancora dei problemi con la lingua italiana. Ma anche Platini dovette ambientarsi. Torniamo agli acquisti: ci sono anche Kalaj del 2000, Oyono del 2001 che ha giocato in Coppa d’Africa e Bozic del 1998. Per me sono ragazzi che hanno tanta qualità ed avvenire. Nel calcio ci sono tante componenti, ci vuole anche il tempo e noi sappiamo darlo ai ragazzi. Abbiamo un tecnico molto bravo che sa plasmare i giocatori. Ma non è giusto dire ora chi arriverà, io lo so ma per rispetto di tutti non lo dico. Sono comunque soddisfatto per quello che è stato fatto. A me piace lavorare con i giovani, lo faccio da 30 anni e alla fine i fatti mi hanno dato ragione. Ma per me è importante lavorare per una Società che non deve rimetterci soldi ogni anno. Qui c’è Stirpe che ogni anno non è giusto che debba alimentare le casse. In estate dicemmo che l’obiettivo è quello di arrivare ad un calcio sostenibile, ancora non ci siamo riusciti ma nel tempo speriamo di riuscirci”.

Questo tentativo di inserimento del Frosinone nel mercato europeo con l’arrivo di tanti attuali giallazzurri: quanto è stato importante il lavoro di scouting e quello d’anticipo delle mosse?

“E’ stato determinante, io ho 5 ragazzi che lavorano nello scouting per il Frosinone, 3 di loro sono stati sempre con me. Sanno cosa cerco. Grazie a loro abbiamo raggiunto degli obiettivi. Sono loro che girano e vedono. L’ultimo periodo è stato duro, per il Covid ma lavoravano da casa. Con loro abbiamo conosciamo in lungo e in largo il mercato straniero. Su Barisic c’erano tante squadre, ma il valore aggiunto è stato la conoscenza del manager della squadra, un mio amico, (Bjelica, ndr), che ha lavorato con me allo Spezia. Lui mi ha facilitato l’operazione. Sennò sarebbe stato difficile arrivarci. Per gli altri ci abbiamo creduto. Tutti sono di proprietà, per Barisic deve essere fatto un investimento a giugno”.

Ci sono due giocatori, Zerbin e Charpentier, che in questa prima parte della stagione hanno fatto cose straordinarie. Non sono di proprietà del Frosinone, la Società sta già pensando a programmi futuri sui due?

“Su Zerbin non abbiamo nulla, tornerà al Napoli. Poi si vedrà a giugno, per ora ce lo godiamo noi. Su Charpentier vi racconto un fatto, che non sa nessuno. Premessa: sul ragazzo c’è il riscatto nostro e il controriscatto del Genoa, noi lo eserciteremo ma lo faranno anche loro. Ci rimarrà qualcosa e ci saremo goduti il giocatore. Nell’ultima settimana di mercato il Genova voleva che tornasse indietro per due offerte che erano pervenute a loro dalla serie A. Io risposto al Genoa: il ragazzo per me resta con noi, loro ci davano anche un ‘gettone’ per forma di ristoro. A quel punto ho aggiunto: fatemi parlare con lui. E il ragazzo non ha avuto esitazioni: voglio restare qui, finisco l’annata con il Frosinone perché qui sto bene. Per cui ho detto al Genoa: il ragazzo sta con noi. Decisiva la sua scelta. Sennò dovevamo trovare un altro attaccante e sarebbe stata dura”.

Ora che è finito il mercato, penserà alle scadenze di contratto?

“Con calma, sono abituato a fare le cose con calma. Se ci sono i presupposti uno può rimanere. Se uno accetta la filosofia del Club, bene. Sennò può andare via. Sono abituato ad affrontare le cose con serenità. Vedete Dybala nella Juve, un campione ed ancora non ha firmato. Voglio dire un’altra cosa: Rohden ha avuto 2-3 richieste dalla serie A e lui ha preferito restare. Queste sono le cose che mi piacciono, nell’arco dell’anno osservo tutto ed al momento della trattativa tengo conto di queste cose”.

E l’operazione Gelli?

Gelli è un ragazzo che seguivamo da 2 anni. Un prototipo alla Gatti. Era alla Fiorentina, fu mandato via. Come Gatti era stato mandato via da Alessandria e Torino. Lo abbiamo seguito. Volevo portarlo qui ma non è ancora pronto per il Frosinone. Dovevamo firmare oggi o domani, il ragazzo era in serie D in scadenza e poteva farlo col modello 108 e poi sarebbe arrivato a giugno. Sono intervenute la Cremonese e l’Albinoleffe. Ho parlato col procuratore, lo stesso di Gatti che si era impegnato con noi: lo prendiamo noi e lo giriamo in prestito per 2 anni all’Albinoleffe con la recompra. Il ragazzo è sotto controllo del Frosinone. Un ragazzo interessante, dobbiamo valutare la crescita. Va a fare una esperienza, se tra due anni esplode ci siamo noi. Se veniva qui con i mostri che abbiamo noi, Gatti, Barisic, Kalaj, Szymisnki e Brighenti, non avrebbe giocato mai”.

Sono state fatte operazioni su difesa e centrocampo, mai pensato all’attacco?

“Mai trattato un attaccante, abbiamo dato via Satariano (Pergolettese, ndr) ed sono con noi Charpentier, Novakovich, Ciano, Canotto per cui non ci piace fare confusione dove ci sono tanti attaccanti. Abbiamo investito su Novakovich in scadenza di contratto. Siamo soddisfatti dei nostri attaccanti”.

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

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