CONFERENZA DI MISTER DI FRANCESCO POST FROSINONE-ATALANTA
FROSINONE – Eusebio Di Francesco arriva in sala stampa dopo le parole del collega Gasperini che con grande signorilità rende merito al Frosinone.
Mister Di Francesco, a Frosinone non ci siamo depressi per una sconfitta contro i campioni d’Italia e stasera non ci esaltiamo perché sappiamo che tipo di stagione dobbiamo affrontare. Questo tipo di prestazione e il risultato potranno permettere a chi aveva già giudicato il Frosinone, di capire che sarà un campionato importante per il Frosinone?
“Io credo che non devo spiegare nulla a nessuno. Noi lavoriamo duramente ed anche oggi abbiamo riportato in campo una grande prestazione, all’inizio anche spumeggiante sia del gioco e della manovra. L’Atalanta all’improvviso nel secondo tempo ha fatto tre cambi: ha messo Scamacca, De Keteleare e Muriel. Per far capire un po’ la potenzialità della squadra che avevamo di fronte. Invece noi abbiamo proseguito con tanti ragazzi. Ne nomino uno: Gelli. Giocava all’Albinoleffe 7 mesi fa e si ritrova in serie A giocando oggi una partita straordinaria, sia tatticamente, tecnicamente e di cuore. Questa squadra oggi ha fatto la differenza mettendo in campo tutto quello che aveva, un’anima sola, un cuore unico. Ribadisco che questa è una continuità di prestazione legata a quella del Napoli, in quella circostanza ci ha tagliato le gambe il terzo gol mentre stasera siamo stati bravi a reggere il loro urto del 2-1”.
Questa è la vittoria del ‘noi’ come ha sempre dichiarati lei. Ma oltre a Gelli vorrei sottolineare la prova di Barrenechea che ha permesso di dare più spazio ad Harroui. Esordio dal 1’, sempre a testa alta, ha fatto una grandissima partita.
“Non solo lui, sottolineo. Ho citato Gelli perché arrivava dalle categorie inferiori e non è più giovanissimo, ma lui è la rappresentazione che con la serietà e l’abnegazione nel calcio nulla è impossibile. Quanto ad Enzo è il vero play che non avevamo. Ero indeciso se farlo giocare. Lui mi ha diceva: voi andate troppo forte per me in allenamento, io non ho il ritmo. Gli ho detto: se mi garantisci 60’-70’, ed è andato anche oltre, giochi. Avevo bisogno delle sue geometrie. Lui è andato un po’ in difficoltà quando si apriva il campo, è andato un po’ in sofferenza. Ma mi piace evidenziare che è stata fatta una partita strepitosa da parte di tutti. Con generosità e qualità, abbiamo palleggiato benissimo. Il palleggio e l’aggressività che sono tra le armi migliori dei nostri avversari”.
Parliamo ancora dei singoli: uno di questi è Di Francesco. Oggi ha dimostrato di aver messo in campo una squadra quadrata. L’altra mossa è la prestazione di Monterisi, al di là del gol. Un ragazzo che faceva la riserva a in B, alla sua seconda gara in A.
“Qui ce ne sono tanti di ragazzi esordienti, questa domanda torna al discorso che nulla è impossibile. Cheddira era all’esordio in A. E non dimentichiamo che questa è una squadra in costruzione, dobbiamo andare a mettere altri elementi. Oggi sono orgoglioso di tutti, lo ripeto. Tutti predisposti al sacrificio, un gruppo unico. Cito come è entrato Garritano, ad esempio. Quanto a me, ho vinto una partita con Gasperini. Ribadisco che lui è un grandissimo allenatore. Personalmente mi auguro di poter continuare a lavorare con questa serenità e a dimostrare qui a Frosinone quello che possiamo fare, anche con la mentalità che deve portare a giocarcela con chiunque”.
Cosa ha detto ai suoi ragazzi tra il primo e secondo tempo? Di gestirla…
“Non ho detto di gestire ma di cercare il terzo gol, l’ho scritto anche sulla lavagna. Perché se parli di gestione tendi a mettere solo negatività. E’ come difendere sul calcio d’angolo, lo facciamo per andare a fare gol e non per evitarlo. E’ questa la mentalità di cui parlavo, che deve entrare nella testa dei ragazzi. Nonostante il gol loro ci abbia un po’ abbassato, siamo ripartiti bene anche se non abbiamo sfruttato al meglio quelle ripartenze”.
Quanto sta ritrovando il sorriso qui a Frosinone? Ricorda, ne parlò il giorno della sua presentazione a Fiuggi.
“Stasera non mi bastano i denti che ho. Quando passi un periodo della tua vita difficile e poi arriva la vittoria, arrivata più di ogni altra cosa attraverso il sacrificio e un lavoro costante, sei felice. Io non ho mai visto vincere senza passare per queste componenti e magari anche attraverso le sconfitte precedenti”.
La partita di Koopmeiners come la spiega? C’è stato un lavoro su di lui? Oppure è stato un atteggiamento generale del Frosinone ad evidenziare queste difficoltà palesate dall’Atalanta?
“Io ho affrontato l’Atalanta tantissime volte e sono state sempre partite molto belle e scoppiettanti. Loro hanno una grande qualità: cercano di isolare i loro attaccanti per colpire le difese avversarie come hanno fatto col Sassuolo e mandarli in gol. Io invece ho cercato di rompere meno possibile la linea difensiva e questo ha permesso di lavorare meglio su Koopmeiners che si inseriva alle spalle”.
C’è stato un aspetto particolare della prestazione che l’ha soddisfatta?
“La strategia è stata importante come è stata la voglia di interpretarla che ha fatto la differenza. Una squadra come la nostra non può non avere determinati atteggiamenti dentro le partite. Noi dobbiamo mettere questo amore e passione in ogni partita, solo così potremmo toglierci tante soddisfazioni”.
Una data: il 7 novembre 2020, la sua ultima vittoria in A.
“Oggi una bella vittoria ma è anche passato di tempo senza allenare sennò sembra che ne ho allenate 70 senza vincere. Come ho detto prima sono contento, è l’anno zero con questa vittoria per il morale e per tutti”.
L’esclusione di Caso è un indizio di mercato? Visto anche che uno come Caso può fare la differenza.
“Io credo che gli altri abbiano fatto la differenza, la sua è una scelta tecnico tattica fatta dall’allenatore. Poi durante la gara ritenevo che non fosse il momento di metterlo dentro ed è rimasto fuori ma è uno di quelli che si è scaldato. Mi sembra che lo scorso anno Beppe non abbia giocato tutte le partite e che quando è entrato si è rivelato anche decisivo. Quello che è importante è che tutti debbono mettersi a disposizione l’uno per l’altro, compreso Beppe che ha grandi mezzi ma in certe gare ci vuole temperamento, gamba, saper anche difendere in certi momenti della gara. E Non c’entra nulla col mercato, prendete ad esempio Szyminski del quale si era parlato che dovesse andare via ed è entrato. Come di altri. E’ una scelta dell’allenatore e basta”.
Un suo parere sulla capacità di saper soffrire senza però concedere nulla.
“Se si pensa che in serie A sia possibile giocare 90’ come nel primo tempo, non ci siamo. La capacità di soffrire è fondamentale.”
Ufficio Stampa Frosinone Calcio