IL PATRON STIRPE RISPONDE ALLE DOMANDE DEI CRONISTI

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FROSINONE – Dopo la lunga e particolareggiata relazione, il presidente Maurizio Stirpe si è sottoposto alle domande dei cronisti.

Presidente, vorrei sottolineare un aspetto: hai detto nella tua relazione “faremo una squadra competitiva”. Tradotto, significa fare investimenti proprio per dare una risposta a quel ‘Ti amo’ che sarà il manifesto della campagna abbonamenti? Anche perché mi sono convinto che la serie A da quello che abbiamo visto può essere il nostro campionato, al contrario di quello che pensavo nel passato.

“Io penso che la squadra competitiva ce l’ho, al massimo servono 1-2 ritocchi. Poi come ho già detto, se qualcuno vuole andare via e si verificano quelle famose tre condizioni, sarà sostituito in maniera adeguata. Noi siamo liberi di poterci muovere perché per 4 anni abbiamo ragionato bene. Frosinone merita la serie A? Se sei bravo a saperla metabolizzare, gestire e saper trovare quelle risorse che in altri posti ci sono e qui invece no, allora mi trovi concorde. La passione non può essere solo di uno, deve essere alimentata su elementi di concretezza. Sennò siamo tutti bravi quando vinciamo e poi quando perdiamo la colpa è sempre degli altri. Secondo me il territorio della provincia di Frosinone deve crescere. Noi potremmo stare stabilmente in A ma solo se aumenta la componente di solidarietà verso la squadra, che non può essere solo un fatto di venire a vedere la partita. Ci deve essere un movimento che parte dagli imprenditori che deve essere orientato alla crescita di questo processo. La vicinanza va alimentata con gli investimenti e non le pacche sulle spalle. Speriamo che tu abbia ragione. Io degli obiettivi più modesti. Il nostro obiettivo è raccogliere quello che seminiamo. Noi lo scorso anno non abbiamo raccolto quanto seminato, tante volte ci riesce e tante altre volte invece no. Poi se quanto raccolto può portare ad una salvezza o ad una promozione, questo è un discorso che viene giudicato dai risultati ottenuti sul campo”.

Il suo discorso è stato molto chiaro e confortante. Ma in un momento nel quale la tifoseria è sotto choc, come riuscirà a far metabolizzare il suo discorso della sobrietà patrimoniale? Una battuta per sdrammatizzare: lei si è professato tifoso della Roma, la sua passione è sempre la stessa?

“Mentre i tifosi il ‘Ti amo’ lo hanno fatto l’altra sera, io lo faccio 365 giorni l’anno. Non ho nessun senso di colpa. Il mio modo di essere è questo. Per cedere a dei ragionamenti che non possono essere sostenuti si sono creati dei disastri, ci sono storia di società più importanti del Frosinone che stanno a latitudini più basse e che non hanno saputo ragionare come sarebbe stato necessario ragionare. Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. E non ci siamo tenuti niente in tasca, come ho detto la sera del 26 maggio scorso. L’utile che abbiamo a bilancio ci arriva dal riscatto di Borrelli da parte del Brescia sennò avremmo fatto il pareggio. Fin quando mi dici che l’ultima riga del conto economico è zero e la solidità futura del club non viene messa in discussione, all’interno di questo contesto si può fare tutto. I nostri ricavi? Se togliamo i diritti televisivi, i nostri ricavi sono modesti per una squadra anche di serie B. La passione? Lo ribadisco: non può averla solo uno. Serve una maggiore condivisione, un allargamento della base. La Roma? Io ritengo che il Frosinone non sia retrocesso per gli ultimi 15’ di partita. Il Frosinone ha avuto delle situazioni per evitare di arrivare a quella roulette e non è stato bravo, bastava pochissimo. Come ha fatto delle cose buone, ci sono delle responsabilità. Noi non dovevamo arrivare all’ultima giornata. Noi eravamo la squadra più giovane e meno attrezzata anche per storia. L’Udinese aveva una storia diversa dalla nostra, con 30 anni di A alle spalle, ed anche l’Empoli aveva dimostrato di poter battere avversarie come il Napoli e il Torino ad esempio. Se non fossimo arrivati all’ultima giornata, perché siamo usciti dal campo 4-5 volte con meno punti di quanti ne avremmo meritati, oggi si parlerebbe di altro. La Roma? Ha fatto quello che ha ritenuto di fare, se ne assume lei le responsabilità. Non ho niente da dire”.

Qualcuno nel parco-giocatori ha chiesto di andare via?

“Una domanda da porre a Guido Angelozzi quando verrà a parlare. Sa tutti lui quello che deve fare. Io una volta l’anno a lui dico quello che posso fare per la Società, dopodiché lui opera con la sua capacità e riesce a trovare il vestito giusto da indossare. Grazie a Dio che ce lo abbiamo”.

Lei ha fatto un appunto agli imprenditori locali… Il nuovo allenatore?

“Non ho fatto appunti agli imprenditori locali, a voi piace mettere il sale nelle ferite. Ho detto che per aumentare i ricavi bisogna aumentare la base. Un imprenditore potrebbe dirmi: a me il calcio non piace, fattelo tu. Guardate invece come sono strutturate le squadre di Serie A e Serie B, guardate quante squadre sono al nord e quante al sud e noterete anche che al sud le squadre sono delle grandi città, molto più importanti di Frosinone. Per coltivare certe passioni servono le risorse adeguate. Il nuovo allenatore? Lo svelerà Guido Angelozzi quando lo avrà ingaggiato”.

Il settore Giovanile: a livello di impianti come è la situazione? Quest’anno non è stata una stagione sfortunata per la Primavera e la Under 18.

“L’Under 18 non abbiamo più l’obbligo di farla. Nella prima fase dello scorso anno abbiamo canalizzato tutto sulla prima squadra per mettere in campo una squadra che fosse all’altezza, nella seconda parte dell’anno abbiamo investito qualcosa sulla Primavera potendo contare su qualche ‘moneta’ nella tasca e i risultati si sono visti. Diciamo che l’attenzione verso la prima squadra ha portato nella prima fase a rendere meno importante l’impegno sul settore giovanile. E poi era una squadra molto giovane. Ma mi dite un giocatore della Primavera 1 che abbiamo portato in prima squadra? O guardate anche l’età di quei calciatori saliti in Primavera 1. A cosa serve la Primavera 1 se non produce valore? Lo scorso anno noi abbiamo cambiato la prospettiva ed abbassato l’età. Quando da gennaio abbiamo fatto risultati è perché siamo andati a riprendere giocatori che avevamo fuori (Selvini, Evan, Palmisani, ndr) ma non abbiamo creato valore. Ed anche se ci fossimo salvati, sarebbe stato difficile crearlo. Il nostro obiettivo è quello di abbassare l’età e scoprire dei talenti che possano creare valore”.

Ha sentito l’ex tecnico Di Francesco?

“Di Francesco mi ha chiamato il 13 giugno. Mi ha detto che ha voluto attendere qualche giorno, ci ha ringraziato perché è stato bene e ci siamo fatti gli auguri reciproci. Non mi ha detto doveva andava e nemmeno ha chiesto di rimanere. L’apertura l’aveva data Angelozzi, ampia. Se avesse avuto idea di rimanere, ci avrebbe chiamato. Quindi pazienza. Ma lo ringraziamo, da Eusebio ho imparato tante cose dal punto di vista del gioco. E’ un maestro di calcio, merita soddisfazioni maggiori”.

Il progetto che sta per iniziare che scadenza avrà? Il profilo di mister Vivarini come lo giudica?

“Io non ho profili da valutare. La decisione della scelta, lo ripeto ancora, è del responsabile dell’Area Tecnica, mi attengo alle sue scelte. Il progetto dipende da come ci arriveremo. Se avremo recuperato lo spirito migliore nel più breve tempo possibile, se la coesione non viene meno tra tutte le componenti i tempi si abbreviano. Se troveremo insidie e ostacoli si rischia di fare fatica e nell’ipotesi peggiore anche di fare disastri. E ce ne sono tanti. Proviamo prima a non fare disastri e poi il resto per riproporci”.

Ha mai temuto che Angelozzi potesse andare via?

“Il rapporto di amicizia che ho con Guido è talmente grande che ogni fine stagione facciamo valutazioni e io gli chiedo ogni anno di decidere se ha voglia di restare e nel caso scegliere la soluzione migliore. Se anche lui avesse detto che non sarebbe rimasto, la nostra amicizia sarebbe rimasta intatta. E’ una sua scelta quella di restare qui, lo disse a Sky”.

Lo sponsor tecnico?

“Zeus ha un contratto per i prossimi tre anni”.

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

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