PRIMAVERA 1, MISTER GORGONE E L’ANNO CHE VERRA’: “UN OBIETTIVO, MIGLIORARCI SEMPRE”
Il primo piano è con il tecnico della Primavera, Giorgio Gorgone. Campionato in pausa lunga, due mesi di stop da gestire con il lavoro sul campo che non abbandona mai la truppa dei giallazzurri. Alle spalle un avvio di importante, davanti un 2023 tutto da scoprire e che chiederà all’ammiraglia del Settore Giovanile giallazzurro di continuare a far divertire.
Mister Gorgone, Frosinone quarto a braccetto col Sassuolo a 22 punti. Sente di poter essere la vera rivelazione di questa prima parte del campionato?
“Diciamo che sicuramente l’obiettivo iniziale era cercare di salvarci. In virtù anche del fatto che gran parte della quadra è quella dell’anno scorso e chiaramente la qualità del campionato è decisamente superiore con squadre e settori giovanili importanti. Siamo partiti bene, 12 partite sono poche ma neanche pochissime perché siamo ad un terzo della stagione regolare. Visto quello che abbiamo fatto sul campo, credo di poter dire che ci manca anche qualche punto. A Verona ad esempio abbiamo avuto una grandissima occasione per prenderci l’intera posta ma non l’abbiamo sfruttata e questo dimostra che il campionato è più difficile, gli avversari hanno maggiore qualità rispetto alla stagione precedente. Per cui devi concretizzare quando capita l’occasione altrimenti ci sono squadre che possono metterti in difficoltà. Anche il Verona ha avuto le sue occasioni, anche se poche in confronto a noi. Avere qualche punto in più prima di questa sosta ci avrebbe reso maggiormente onore ma comunque il cammino fatto finora dimostra che i ragazzi sono cresciuti molto, ce la siamo giocata con tutti. Rimaniamo sempre consapevoli che da gennaio inizia un nuovo campionato, con squadre che cambieranno volto. Ad esempio il Cagliari era partito malissimo, ha preso 2-3 giocatori ed è risalito. Le squadre si attrezzano, è naturale, perché vogliono mantenere la categoria e il campionato alza così il livello di difficoltà. La stagione di Primavera 1 è competitiva come è giusto che sia. Ci sono formazioni che vogliono vincere il campionato, che vogliono la ribalta delle finali, che vogliono emergere. E a noi serviranno le stesse armi messe in campo fino ad ora: intensità, attenzione applicazione e coraggio. Abbiamo dimostrato di averle, dobbiamo proseguire nel solco di quel percorso”.
Questa sosta di due mesi in che percentuale la preoccupa o invece favorisce il recupero di energie psico-fisiche e di qualche infortunato?
“Da una parte è da cogliere in maniera positiva perché dà ai ragazzi la possibilità di staccare per un po’, poi c’è anche il rovescio della medaglia perché se stacchi troppo poi bisogna recuperare e mettere in campo quelle stesse caratteristiche di cui ho parlato prima, a cominciare dall’attenzione. Ci siamo sempre allenati, i ragazzi vanno a scuola e poi al pomeriggio proseguiamo nel programma. Darò 3-4 giorni di riposo a breve e poi vedremo nella fase successiva. Questo stop comunque ci darà l’opportunità anche di recuperare qualche giocatore, come ad esempio Peres e Cangianiello che si sono infortunati a Verona. Lavoriamo ogni giorno, come ho detto, ma indubbiamente l’avvicinamento ad una partita è diverso. Amichevoli? Difficili perché le serie D ad esempio giocano tutte. Faremo test tra di noi”.
Nelle ultime 3 gare – Empoli, derby con la Roma e Verona – si porta dietro qualche rimpianto? O li ha già metabolizzati?
“Sono stati scaricati a terra. Non si può fare nulla sulle partite già giocate. Ma serviranno a far capire che la prestazione superiore all’avversario non è bastata per vincere. Lo scorso anno in tre partite del genere avremmo fatto 7 punti se non 9. Può capitare in Primavera 1 che non le vinci certe partite anche se hai il dominio della gara. Bisogna focalizzarsi su questi aspetti e ricordarselo bene, farne tesoro. Potrà capitare di trovarci dall’altra parte avversari che si difendono bene, che hanno il portiere in giornata come è capitato con il Verona o che hanno una organizzazione e una solidità e allora se tu non sfrutti le occasioni sei sempre a rischio di prendere gol”.
Come descriveresti l’impegno, l’abnegazione e lo spirito di sacrificio in solido dei tuoi ragazzi?
“Ho visto una grande crescita dal punto di vista professionale. Li vedo concentrati, focalizzati. Sanno che è un’occasione per chiunque, a volte basta una partita, una prestazione per essere guardati dalla tua Società sempre molto attenta sul tema dei giovani, dagli addetti ai lavori, dalla critica in generale. E poi i risultati mettono sempre gli occhi addosso. Mi è piaciuta la crescita, questi ragazzi ragionano da giocatori grandi”.
Hai allenato dalla serie C alla serie A, da vice. Esperienza che porti nel curriculum, senza dubbio. Quanto ti è servita in queste due stagioni nella Primavera del Frosinone da primo allenatore?
“Beh sono 10 anni, se non 11 addirittura, di panchina. Perché iniziai con la Primavera a Trieste. E’ servita quell’esperienza di cui parli, sono stato sempre dentro al campo. Ho avuto esperienze dirette, al di là del calcio in sé, della tecnica e della tattica, che hanno riguardato lo spogliatoio, la gestione del gruppo, le pressioni di piazze importanti, compresi gli obiettivi raggiunti qui a Frosinone. Ci si chiede cosa rappresenta l’esperienza: una persona che nel suo ambito svolge un lavoro da un tempo ben determinato, accumulando un certo bagaglio formativo. Nel calcio è la stessa cosa. In questi due anni ho portato dentro al Frosinone anche quelle esperienze gestionali di cui ho parlato oltre quelle prettamente calcistiche. Questa è sempre stata una caratteristica fin dai tempi del lavoro con Roberto Stellone, con il nostro gruppo di lavoro. Ci è stata sempre riconosciuta una grandissima gestione. Sono cose che vengono in maniera naturale, derivano da quanto hai saputo fare in precedenza. Tanti piccoli particolari che abbiamo già vissuto. Il fatto di averlo fatto con i grandi ti agevola quando sei con i ragazzi, anche se lavorare con i giovani aggiunge tante piccole sfaccettature. Ad esempio la leggerezza che hanno sul campo: a volte la trovo assurda ma poi ci sta per l’età che hanno. E poi c’è anche l’aspetto caratteriale, altrettanto importante per un tecnico: quello di entrare in empatia con tutto il gruppo che hai a disposizione”.
Mister, l’importanza del tuo staff. Gente che lavora nell’ombra ma se questa squadra dà risultati il merito è di tutti.
“Ovviamente, so quanto è importante il nostro staff. Giorgio Santarelli, Michele Saccucci, Mauro Coccorocchio, Cristian Cuomo dello staff tecnico. E poi lo staff dirigenziale, dal direttore Frara che lo fa con una passione da serie A. E tutti i fisioterapisti, i magazzinieri, il team manager Pantanella, il medico dottor Lucchese. Ci mettono tanta passione e competenza in ogni attimo della loro settimana”.
Fino all’ultimo trionfo del maggio scorso c’era Domenico Costantini. Il vostro era un rapporto datato nel tempo…
“Domenico ci manca. Molto. E con questo dico tutto. Era un uomo vero, onesto, pulito. La vita putroppo ci riserva queste tremende mazzate. Lui non c’è più fisicamente ma ti assicuro che tutto lo sentono vicino, a cominciare dai ragazzi”.
Torniamo al campionato. Si riparte col Torino in casa il 7 gennaio alle ore 11. Poi in rapida successione: 11 gennaio a Bergamo per gli ottavi di Coppa Italia e il 15 gennaio posticipo di campionato sempre a Bergamo. Che trittico si attende?
“Un trittico con due squadre forti. L’Atalanta ha perso qualcosa rispetto agli anni passati ma è di livello. Sarà una ripresa, oltre il trittico, da giocare con squadre importante. In Coppa Italia vogliamo andare avanti. Per noi vale tutto, anche le amichevoli”.
Una speranza e un sogno nel 2023 con la Primavera del Frosinone.
“La speranza è quella di continuare a migliorarci sempre. Avere obiettivi sempre migliori come squadra. Alzare sempre l’asticella, proseguire sulla stessa strada intrapresa. Personalmente la stessa cosa: mi sono rimesso in gioco grazie al Frosinone, avevo tanta voglia, passione e vado avanti come un treno”.
Giovanni Lanzi