STOP DEL CALCIO, IL PRESIDENTE STIRPE: “GRAVE ESCALATION, IL CONI HA FATTO BENE”

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FROSINONE – Il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, intervistato dall’emittente ExtraTv all’interno della consueta trasmissione sportiva del lunedi ‘Kick Off’ condotta da Rolando Mignini e Angelo Battisti. Tema principale la sospensione dei campionati, che ha visto il massimo dirigente giallazzurro unico ‘portabandiera’ di una tesi di grande buonsenso già dalla scorsa settimana. Concetto ribadito ulteriormente al presidente della Lega di serie B, avvocato Balata, con una lettera aperta pubblicata sui canali ufficiali del Frosinone Calcio. Il patron giallazzurro ha risposto anche a domande sul campionato, sul momento del Frosinone e sulla gravissima crisi sanitaria a livello planetario.

Presidente Stirpe, partiamo dalla notizia del tardo pomeriggio. Il Coni ha deliberato la sospensione di tutti i campionati di calcio fino al 3 aprile. Domani il Consiglio Federale dovrà ratificare questa decisione. Oggi lei ha scritto una lettera aperta al presidente della Lega, Balata. E’ così complicato mettere il calcio nella condizione di assumere una decisione univoca per tutti?

“Io penso che in questo momento il Coni abbia fatto bene ad assumere questa decisione perché rispetto alla settimana scorsa c’è stata una escalation che a mio avviso non rende possibile la disputa delle partite a porte chiuse in condizione di sicurezza. Per cui già dalla settimana scorsa avevo suggerito al presidente Balata l’ipotesi della sospensione a tempo, fino alla fine del mese di marzo e poi provvedere ad una rivalutazione della situazione. Il presidente ha sentito gli altri colleghi che hanno voluto giocare a porte chiuse. La decisione di oggi presuppone uno scenario che si è aggravato da venerdi scorso e per cui il Coni ha fatto bene a tagliare la testa al toro decidendo di sospendere le attività. Io già da ieri sera mi ero allertato ed attivato per cercare di spingere verso una decisione di questo genere facendo leva su tre aspetti secondo me fondamentali: disputare le gare a porte chiuse lede un diritto soggettivo dei tifosi che hanno sottoscritto l’abbonamento; in secondo luogo non si tiene in alcun modo in considerazione la salute degli atleti, dei direttori di gara, degli assistenti e di tutti coloro contribuiscono allo svolgimento dell’evento. Sembra quasi che questi abbiano una sorta di vaccino o una tutela minore. Ma l’ultimo aspetto che secondo me è il più grave è che in un momento del genere, andando a giocare partite a porte chiuse, si vanno a distogliere personale sanitario e forze dell’ordine dal lavoro che stanno svolgendo in una fase così delicata. Non so se tutto questo debba avvenire per far disputare le partite a porte chiuse. Io penso che una sospensione ci possa stare, non è una eresia parlare di sospensione per la serie B. Ed ho suggerito anche le date in cui si potrebbero recuperare le prossime due giornate. E tutto questo non avrebbe nemmeno influenza sui playoff che invece del 31 maggio si potrebbero chiudere il 10 di giugno. Molto prima dell’inizio dell’Europeo. Per questo dico che la decisione del Coni è saggia”.

E’ successo a Cosenza che due giocatori si sono rifiutati di salire al Nord Italia per la gara col Chievo per motivi personali. Se capitava questa cosa al presidente Maurizio Stirpe come si sarebbe comportato?

“Io avrei accettato le ragioni del giocatore. Ci stanno tutte quelle ragioni. Se uno si sente minacciato nella integrità della sua salute da comportamenti che possono mettere a repentaglio la propria sicurezza e la sua salute non vedo perché bisogna negare questo diritto al calciatore stesso. Noi pensiamo a calciatori come a semidei, invece sono uomini come noi. Ed hanno i loro timori, le loro passioni. Secondo me fa male il Cosenza a deferire i calciatori”.

Quanto alla gara con la Cremonese, questa storia dello stadio vuoto e del coronavirus, ha potuto innescare qualcosa nella testa dei giocatori?

“La partita di sabato ha messo in evidenza un aspetto: eravamo reduci da un tour de force importante, abbiamo dovuto affrontare questi impegni con una coperta corta per una serie di infortuni importanti e ci può stare di arrivare stanchi. Poi è evidente che quando sei stanco ed hai il pubblico dalla tua parte, riesci a trovare quel ‘quid’ in più che magari ti può permettere di mascherare qualche sbavatura. Però sabato la direzione arbitrale è stata l’unico vero artefice che ha determinato l’inerzia del risultato ed anche se la squadra fosse stata in condizione ottimale, difficilmente sarebbe riuscita a modificare quel corso”.

A Dionisi vuole bene lei e vogliono bene tutti, ma quella scandalosa decisione che ha portato alla sua espulsione solo per aver detto all’arbitro “lo battiamo questo angolo o no…”…. Forse si sarà sentito offeso.

“Se ci fosse stato il pubblico forse non lo avrebbe sentita quella frase. Secondo me ci sono stati tre episodi che ci hanno penalizzato (il gol di Novakovich regolare dopo 1’ e 30”, il rigore non concesso sul fallo di mano di Migliore e l’espulsione di Dionisi, ndr). Inutile stare a recriminare ma certamente il combinato disposto tra gli errori arbitrali ed una brillantezza non proprio così conclamata come avvenuto per altre partite ha determinato l’esito di questo risultato. Unitamente anche alla bravura dell’avversario. Ed oltre i tuoi demeriti ci sono anche i meriti e la fortuna che stavolta è stata dalla parte loro. Ma non mi sento di rimproverare nessuno, né i calciatori e né il tecnico”.

Non è la prima partita in cui abbiamo arbitraggi strani. Mai il Frosinone, mai il tecnico Nesta hanno contestato nulla a fine gara.

“Ed ha fatto bene. Fa parte della sensibilità del tecnico. Io mai mi sono lasciato andare a nessun tipo di commento. Sbagliare fa parte delle cose della vita. Ma questa volta l’arbitro non ha avuto una giornata particolare, il suo assistente non lo ha aiutato e ne è venuto fuori un esito di questo genere. Pazienza. Se una cosa si deve fare in B è introdurre il Var. Con la tecnologia il risultato avrebbe avuto la possibilità di essere diverso. Questo noi dobbiamo fare. E quando uno sbaglia non si può mettere il dito sulla piaga a lungo. Dalla settimana successiva si volta pagina e si guarda avanti”.

Speriamo che il 3 aprile si torni a giocare. Ma per validare questa stagione si può ipotizzare la promozione in serie A delle prime tre?

“Non so davvero. Ora penso alla drammaticità delle giornate che ci attendono e spero che si possano ripristinare almeno le condizioni di sicurezza per continuare a svolgere il minimo di attività quotidiana. E non parlo di calcio. Mi riferisco al vivere in modo dignitoso. Io spero soprattutto questo e il problema di cui parli lo affronteremo più in là”.

Due parole su Nesta?

“Un ragazzo così come lo vedete, acqua e sapone. Una persona molto diretta e schietta. E mi piace. E’ un uomo che non si nasconde mai dietro un dito. Si assume le proprie responsabilità, è fresco e trasparente”.

Il cammino della squadra…

“Si deve fare una valutazione: abbiamo pagato a caro prezzo le prime 6 partite della stagione. Se guardate l’andamento, il Frosinone ha una media di 2 punti a partita che se la rispetti per tutto l’anno ti porta ad essere è promosso. Bisogna guardare questa parte del bicchiere del Frosinone. Se parliamo della parte iniziale qualcuno può storcere la bocca. Il Frosinone è stato capace di due serie importanti. Ma questo è un campionato difficile, tanti ambiscono e tanti club sono strutturati. E alla fine tre salgono ma almeno una buona dozzina di squadre meriterebbe di raggiungere lo stesso obiettivo. Bisognerà avere la fora di arrivare fino alla fine. Io penso che siamo strutturati bene, dobbiamo recuperare tutti gli infortunati. Dopodiché vedremo, se ci sarà la possibilità di potercela giocare ce la giocheremo”.

Un messaggio del presidente Maurizio Stirpe alle famiglie ciociare, in questo momento di grande paura.

“Dobbiamo avere un grande senso di più che paura. Dobbiamo avere fiducia di quanto ci dicono i nostri governanti, applicare quelle poche regole elementari che ci dicono di seguire e sono convinto che staremo un po’ meglio rispetto a quanto potremmo stare se non lo avremo rispettate. Ci vuole tanto senso di responsabilità e bisogna sperare che la Ricerca e i Medici siano in grado fare quel colpo di reni che ci metta nella condizione di poter tornare ad una vita normale. Noi siamo uomini, più che appellarci alla responsabilità ed assumere i pochi comportamenti umili che il momento ci impone, non possiamo fare”.

Ufficio Stampa

Frosinone Calcio

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